Il nome "Unix" potrebbe essere già noto a qualcuno dei lettori. Probabilmente alcuni di voi utilizzano già un sistema Unix, nel qual caso questo capitolo non vi sarà di grande aiuto.
Per chi non lo ha mai utilizzato, invece, questa lettura è un passo obbligato: la conoscenza dei concetti che descriveremo qui fornisce la risposta a un numero sorprendentemente elevato di domande poste da chi si avvicina per la prima volta a GNU/Linux . Queste nozioni, inoltre, potranno esservi utili per risolvere molti dei problemi in cui potreste imbattervi in futuro.
I concetti di utente e di gruppo sono estremamente importanti, poiché sono direttamente in relazione con tutti gli altri concetti che esporremo qui.
GNU/Linux è un vero sistema multiutente, pertanto per poter utilizzare la vostra macchina GNU/Linux dovete disporre di un account su di essa. Creando un utente durante l'installazione avete già creato, di fatto, un account utente. Forse ricorderete che vi sono state chieste queste informazioni:
il "vero nome" dell'utente (qualunque nome vogliate, in realtà);
un nome di login;
una password (ne avete scelta una, vero? :-) ).
I dati veramente importanti qui sono il nome di login (spesso abbreviato semplicemente in login) e la password. Sono quelli che userete per accedere al sistema.
Un'altra operazione effettuata quando si aggiunge un nuovo utente al sistema è la creazione di un gruppo. Come opzione predefinita, il programma di installazione crea un gruppo per ciascun utente. Come vedremo, i gruppi tornano utili quando si devono condividere file fra utenti diversi. Un gruppo può contenere tutti gli utenti che volete, ed è una caratteristica utilizzata spesso sui sistemi più vasti per separare i diversi tipi di utenti. In una università, ad esempio, può esserci un gruppo per ciascuna facoltà, uno per i docenti, e così via. Ma è vero anche il contrario: un utente può far parte di diversi gruppi allo stesso tempo, fino a un massimo di dieci[1]. Un professore, ad esempio, può essere membro del gruppo dei docenti, e, contemporaneamente, di quello dei suoi amati studenti.
Detto questo, non abbiamo ancora chiarito come ci si collega al sistema: vediamolo adesso.
Se durante l'installazione avete scelto di avviare automaticamente l'interfaccia grafica, la vostra schermata di avvio sarà pressappoco così (Figura 2-1):
Per accedere, dovete digitare il vostro login nel campo Utente:, poi immettere la vostra parola d'accesso nel campo password. Notate che dovrete digitare la vostra password alla cieca: non vedrete comparire nessun carattere nel campo di testo relativo, ma solo asterischi.
Se invece il vostro sistema si avvia in modalità console (solo testo), la schermata sarà simile a questa (Figura 2-2):
Qui dovrete digitare il vostro nome di login al prompt di Login: e premere il tasto Invio, dopodiché il programma di accesso (che si chiama, guarda caso, login) visualizzerà un prompt di richiesta della Password: per questo account. Dato che il programma di login della console non mostra i caratteri che compongono la password, fate attenzione nel digitarla, poiché anche qui lo dovrete fare alla cieca.
Notate che potete accedere al sistema più volte con lo stesso account, facendo uso di ulteriori console e sessioni X. Ogni sessione che aprite è indipendente dalle altre, ed è persino possibile avere più sessioni X contemporaneamente. Come opzione predefinita, Linux-Mandrake dispone di sei console virtuali oltre a quella riservata all'interfaccia grafica. Potete passare a una qualsiasi di queste digitando la combinazione Ctrl-Alt-F<n>, dove <n> è il numero della console alla quale volete accedere. Come opzione predefinita, l'interfaccia grafica si trova sulla console numero 7.
Oltre alla creazione degli account degli utenti, avrete notato che, durante l'installazione, DrakX (o il programma che avete utilizzato) vi ha richiesto la password di un utente molto particolare: root. Questo account è speciale per un motivo molto semplice: è l'amministratore del sistema (che molto probabilmente siete voi). Per la sicurezza del vostro sistema, è importante che l'account root sia sempre protetto da una buona password.
Se vi collegate spesso come root è facile fare degli errori che possono rendere il sistema inutilizzabile: basta un solo sbaglio perché ciò avvenga. In particolare, se non avete protetto l'account root con una password, qualsiasi utente potrà utilizzarlo e modificare qualsiasi parte del vostro sistema, persino altri sistemi operativi presenti sulla stessa macchina. Non utilizzare una password per root è, come avrete capito, una pessima idea.
È bene notare che, internamente, il sistema non vi identifica con il vostro nome di login, ma con un numero univoco: lo user ID (meglio noto come UID). Allo stesso modo, a ogni gruppo corrisponde un group ID (GID) univoco, e non il suo nome.
[1] | Questa limitazione, comunque, potrebbe essere rimossa in future versioni di GNU/Linux. |