4.2. Convenzioni riguardo i nomi di dischi e partizioni

GNU/Linux utilizza un metodo logico per assegnare nomi alle partizioni. In primo luogo, quando assegna un numero alle partizioni, non prende in considerazione il tipo di filesystem di ciascuna partizione presente sul disco; in secondo luogo, nomina le partizioni in relazione al disco sul quale si trovano. Questo è il modo in cui vengono assegnati nomi ai dischi:

Alle partizioni viene assegnato un nome che dipende dal disco in cui si trovano, secondo il metodo descritto qui sotto (in questo esempio abbiamo ipotizzato il caso di partizioni presenti su di un disco IDE che è il master primario):

Quindi GNU/Linux darà alle partizioni dei nomi come nei seguenti esempi:

Figura 4-1. Primo esempio di assegnazione di nomi alle partizioni sotto GNU/Linux

Figura 4-2. Secondo esempio di assegnazione di nomi alle partizioni sotto GNU/Linux

Dunque adesso siete in grado di ricavare il nome delle varie partizioni e dei dischi rigidi quando sarà necessario. Avrete modo di notare, inoltre, che GNU/Linux assegna un nome alle partizioni anche se inizialmente non sa come gestirle (semplicemente ignora il fatto che si tratti di partizioni native GNU/Linux o meno).

Nota

A partire dai kernel della serie 2.4, Mandrake Linux utilizza il Linux Devfs (Device File System). Questo sistema garantisce la piena compatibilità con lo schema descritto sopra, ma questa compatibilità potrebbe non esserci più in futuro. Quello che succede effettivamente è che ogni dispositivo viene aggiunto dinamicamente al sistema non appena diventa disponibile o necessario.

Ad esempio, il primo disco rigido IDE adesso diventa:

[root@localhost root]# ll /dev/hda
lr-xr-xr-x    1 root     root           32 set  2 17:14 /dev/hda 
              -> ide/host0/bus0/target0/lun0/disc

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