Mandrake Linux 8.1: Manuale di riferimento | ||
---|---|---|
Indietro | Capitolo 13. Risoluzione dei problemi più frequenti | Avanti |
Nel caso il vostro sistema non possa più essere avviato normalmente per una delle ragioni che abbiamo descritto sopra, la prima cosa di cui avrete bisogno sarà un disco di boot. Un disco di boot vi permetterà di avviare il sistema e di risolvere in pochi minuti il problema che ha reso il vostro sistema instabile o non avviabile.
Sotto Mandrake Linux potete scegliere fra due modi diversi di creare un disco di boot: usando la linea di comando, o un programma a interfaccia grafica. Per creare un disco di boot è necessario, nel primo caso, essere root; se, invece, lanciate il programma a interfaccia grafica come utente normale sarà il programma stesso a chiedervi la password di root.
Una volta all'interno di una console, digitate su e la relativa password per diventare root, e poi:
[root@localhost]# mkbootdisk --device /dev/fd0 2.4.8-17mdk |
Insert a disk in /dev/fd0. Any information on the disk will be lost. Press <Enter> to continue or ^C to abort: |
Vediamo di spiegare questo esempio. mkbootdisk ha bisogno di due parametri fondamentali: uno è --device [nome-del-dispositivo], che comunica a mkbootdisk il nome del dispositivo sul quale vogliamo scrivere il disco di boot. Nel nostro esempio abbiamo indicato /dev/fd0, che è il primo lettore di floppy del sistema. Nel 99,99% dei casi dovrebbe funzionare senza problemi, se così non fosse dovete soltanto specificare il dispositivo corretto.
L'altro parametro indispensabile è [versione-del-kernel], che specifica a mkbootdisk il kernel da copiare sul disco di boot. Nel nostro esempio abbiamo digitato 2.4.8-17mdk: dovrete cambiare questo parametro in modo da indicare il kernel che state usando attualmente sul vostro sistema. In base al nostro esempio, quindi, otterremo la creazione di un dischetto di boot in /dev/fd0 che contiene il kernel 2.4.8-17mdk.
Notate che, se scegliete il kernel attualmente in uso, il risultato sarà un disco di boot che lo riproduce esattamente, compresi i moduli e altre caratteristiche particolari di quel kernel. Se non volete includere tutte queste componenti nel vostro disco di boot, oppure se volete cambiare qualcosa (come aggiungere un modulo per avere il supporto di una unità a nastro, ad esempio), vi consigliamo il nostro strumento a interfaccia grafica, drakfloppy.
drakfloppy è uno strumento basato su GUI che vi consente di creare dischi di boot altamente personalizzati. Per usare drakfloppy potete usare il menu principale del pannello: spostatevi nella sezione Configurazione/Boot e Init e selezionate la voce corrispondente. A meno che non siate già root, vi verrà chiesta la password relativa, come potete vedere in Figura 13-1.
Dopo di che comparirà sullo schermo la finestra principale di drakfloppy (Figura 13-2). Se desiderate generare un disco di boot "normale" (cioè identico a quello creato da linea di comando come abbiamo visto nella sezione precedente), non dovete far altro che inserire un floppy nel lettore, selezionare il lettore appropriato dal menu a discesa e cliccare sul pulsante Ok.
Se, invece, volete personalizzare il vostro disco di boot, dovrete cliccare sul pulsante Mostra modo esperto: e la finestra di drakfloppy diventerà quella che potete vedere in Figura 13-3.
Se volete aggiungere qualcuno dei moduli elencati nella finestra che potete vedere in Figura 13-3, dovete cliccare sul pulsante Aggiungi. Nel nostro esempio vogliamo includere il modulo relativo alle unità a nastri IDE e caricarlo preventivamente. Le altre opzioni sono piuttosto auto-esplicative. Quando avrete finito di personalizzare il disco di boot, cliccate sul pulsante Ok per dire al programma di scrivere sul floppy.
A questo punto, è un'ottima idea provare il vostro disco di boot per essere sicuri che funziona regolarmente. Poche cose possono essere più imbarazzanti dello scoprire che, in caso di necessità, il dischetto di boot non può avviare il sistema a causa di errori di lettura. Se il dischetto è in grado di effettuare il boot normalmente, allora...
Congratulazioni! Vi siete procurati lo strumento più importante per le operazioni di ripristino di un sistema danneggiato: un disco di boot :-) Adesso passiamo a qualche considerazione essenziale riguardo il secondo strumento in ordine di importanza: le copie di backup.